Un percorso di formazione sull'Hate Speech, attraverso laboratori di Media Literacy e comprensione dell’immagine
Antidoti all'Hate Speech per l'integrazione
Un percorso di formazione sull'Hate Speech rivolto a due comunità di minori e minori non accompagnati della città di Roma.
«Se non impariamo ad abitare l’immagine, l’immagine abita noi.»
- Joan Fontcuberta, La furia delle immagini
In un mondo globalizzato la diffusione di smartphone e accesso alla rete Internet sta crescendo a ritmi notevoli anche in Asia e nel continente africano. I proprietari di smartphone nel mondo sono l’82%.
Le tecnologie digitali e in particolare internet, a cui si accede ormai principalmente da dispositivi mobili, rappresentano per tutti i ragazzi, e quindi anche per gli stranieri non accompagnati, una fonte importante di opportunità, poiché consentono di soddisfare bisogni affettivi, di socialità e, in taluni casi, di integrazione.
La ricerca di Save the Children, Minori Migranti - Viaggio verso le Rete, dimostra come spesso «i soggetti più vulnerabili siano quelli maggiormente esposti ai rischi associati a un utilizzo non consapevole della Rete. Da questo punto di vista, i minori stranieri non accompagnati sono soggetti particolarmente vulnerabili».
Densa ha progettato e sviluppato per UNHCR Italia un percorso di formazione sull’Hate Speech, rivolto a due comunità di minori e minori non accompagnati della città di Roma, con l’obiettivo incoraggiare atteggiamenti positivi e consapevoli online.
L’approccio che ha guidato la progettazione del percorso, muove dall’idea che il contrasto al fenomeno l’Hate Speech debba essere accompagnato dal rafforzamento di competenze di Media Literacy, Comprensione dell’immagine (i social network più usati dai giovani oggi sono di tipo visivo) e Cittadinanza Digitale.
Il percorso si è composto di quattro appuntamenti, organizzati in moduli autonomi, in cui sono state utilizzate metodologie laboratoriali, processi di apprendimento non formali, dibattito per lo sviluppo di pensiero critico e cooperativo, esercizi creativi e coinvolgenti con il supporto di dispositivi digitali e applicazioni di varia natura: dalla composizione di immagini alla gamification.
Al termine di ogni modulo, i partecipanti hanno elaborato un prodotto visuale attraverso tecniche e processi diversificato.
Dalla decostruzione delle immagini Instagram dei profili più seguiti, al superamento delle divergenze linguistiche tramite il linguaggio emoji; dalla riflessione sulla propria e altrui identità digitale, alla sperimentazione di strumenti di contrasto alle fake news; il percorso ha condotto le ragazze e i ragazzi dei due centri ad un’analisi profonda del loro modo di leggere e comunicare il Mondo per immagini, incoraggiandoli a diventare produttori attivi anziché solo fruitori di contenuti.
Le riflessioni e i confronti, le esperienze di Hate Speech vissute dai partecipanti sono stati raccolti in un video che utilizza un linguaggio visivo fortemente innovativo, sviluppato in collaborazione con il videomaker Marius Mele. Ne emerge che, come molti possono immaginare, gli attacchi più forti ricevuti da giovani migranti sono sempre di tipo razzista.
Il percorso è stato presentato nel novembre 2019 durante l’evento “Diritti in crescita” promosso da AGIA - Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e UNHCR - Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati in occasione del Trentennale della Convenzione sull’infanzia e l’adolescenza, presso il Museo dell’Ara Pacis di Roma Capitale.
UNHCR - Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati,
AGIA - Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Roma Capitale
Ottobre - Novembre 2019
Roma
Minori coivolti
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«Sensibile. Le persone spesso si dimenticano di questo mio aspetto ferendomi, Mi farebbe piacere che lo capissero tutti.»